Il dott. Simonetta festeggia 10 anni di collaborazione con il Dynamic Medical Center di Rosarno. Un sodalizio che ha portato alla cura multidisciplinare con il Centro Osteopatico pronto a sostenere la salute dei pazienti. Un rapporto proficuo che va avanti, con una costante collaborazione tra il dott. Simonetta e l’osteopata del DMC, Diego Porpiglia.
– Può presentarsi brevemente, il suo lavoro e il suo approccio?
Sono specializzato nella chirurgia articolare, con una specializzazione negli anni che mi ha portato a occuparmi soprattutto di ginocchio, spalla e anca. In particolare mi interesso di traumatologia dello sport, ostruzione dei legamenti, trapianto della cartilagine e chirurgia meniscale, fino ad arrivare alle sostituzioni protesiche. Mi occupo anche di medicina rigenerativa, con un interesse per le articolazioni, con l’uso di cellule staminali, prp, o cellule mesenchimali, utili a rigenerare le cellule invecchiate.
– Dieci anni di collaborazione presso il Dynamic Medical Center, una sua dichiarazione e/o un aneddoto che secondo lei può essere interessante ricordare.
Con Diego Porpiglia ci siamo trovati subito bene, mi ricordo che ho avuto fin dai nostri primi incontri una sensazione di aver trovato qualcuno che condivide con me la professionalità che mette nel suo lavoro, condividendo la passione per quello che facciamo ogni giorno e nel continuare a imparare come far stare bene i nostri pazienti. Negli anni il lavoro si è legato all’amicizia, con il piacere di un confronto costante tra noi. Ogni volta che vengo al Centro so di essere accolto da un team di persone pronte a sostenermi, e parallelamente è sempre un piacere fermarmi per una cena con Diego.
– Il suo rapporto con l’osteopatia, i benefici di una collaborazione e della possibilità di poter trattare i pazienti in maniera multidisciplinare.
Il lavoro che si fa al Centro completa quello che faccio io. Sorrido nel dire che io sono un po’ un meccanico, ma sebbene sia fondamentale avere la conoscenza e un approccio “tecnico”, non è spesso la soluzione, non è l’unica soluzione. Vorrei prendere ad esempio il ginocchio. Si tratta di un arto complesso, meraviglioso, ma in anni di carriera ho capito senza ombra di dubbio che ogni arto è unico, proprio come sono uniche le persone. Bisogna considerare vari aspetti, nella storia dell’arto, di chi lo ha usato ogni giorno della propria vita, e sono tutte considerazioni che la pratica osteopatica ha nella sua essenza. Non bisogna quindi fermarsi a solo quello che si conosce, ma aprirsi a rapporti multidisciplinari.
– Il desiderio di poter creare dei percorsi di eccellenza anche al sud Italia, come è per lei poter lavorare sul territorio?
Quando sono rientrato nel mio territorio ho avuto la grande possibilità di portare a casa anni di studi ed esperienze lontane. Non è per nulla banale dire che è un sogno che si realizza. Bisogna credere ai centri di eccellenza al Sud Italia e imparare a valorizzarli al meglio.